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07.06.2003 NIZZA MONFERRATO
recensione: grazie a puntog



CHE GL’IMPORTA AI PESCI NEL MARE SE FUORI PIOVE! Le foto di Line Arrivata a Reggio con un’ora di ritardo penso che peggio di così non potrebbe andare: non ho niente da ascoltare e niente da leggere, l’attesa sarà estenuante e in fondo non ho voglia di vedere nessuno. Ho vagato senza meta per un’ora in stazione a Firenze, con un ricordo acquattato ad ogni angolo pronto a saltar fuori e assalirmi; mi appresto a fare lo stesso anche in questa stazione sconosciuta. L’ora canonica di attesa passa, sento annunciare il treno di Cinzia e Simo e vedo arrivare sorridente Ross. Appena ci troviamo tutte insieme la tensione si allenta, e io inizio a pensare al festival con uno stato d’animo più positivo. Non ho alcuna aspettativa; sono troppi i pensieri contraddittori e il viaggio è ancora lungo. Trovo conforto nelle parole sincere di Cinzia e Ross e le risate delle mie amiche sono un balsamo da cui mi lascio facilmente addolcire. I chilometri scorrono veloci sotto le ruote della famigerata Ross-Mobil e quasi senza accorgercene scorgiamo già il primo cartello “Nizza Monferrato”; gli animi si accendono quando iniziamo a trovare lungo la strada numerosi cartelli con la scritta TORA! TORA! ben visibile e allettante, ognuno è salutato da una rumorosa ola delle quattro Tora Tora Girls seguita da risate di gusto. Ogni villa che incontriamo lungo il cammino è l’abitazione di Valerio Soave, il luogo del concerto sarà il guardino di casa sua? O_oArrivate sul posto ci accorgiamo che il giardino di casa Soave non è niente male, anche se certa gente cerca di farci tornare fino a Reggio per parcheggiare la macchina!Ci incamminiamo e già i primi colpi di batteria rimbombano sui campi intorno all’Ex Fornace rimandati indietro e fatti rimbalzare l’uno sull’altro dalle colline che circondano l’area. Mi viene da pensare a quanto sarebbe surreale seguire il concerto da qui, sdraiata sull’erba, immune da ogni preoccupazione con lo sguardo alle stelle. E’ un pensiero che però svanisce in fretta, stiamo già affrettando il passo in direzione del palco, una rapida occhiata in giro e ci posizioniamo vicino alle casse di sinistra e alla “zona vipsss”. E’ proprio dalla zona vipsss che a un certo punto vediamo sbucare un Viti stile sogliola lessa che apostrofo con un allegro “Ehi Viti!”, per tutta risposta lui alza un braccino e sul volto gli si dipinge una smorfia di pura sofferenza…è questo l’effetto del Tora Tora ?!?! Seguiamo gli Zu e i 24 Grana sedute, anche se io inizio ad esse inquieta e mi alzo in continuazione per dare un’occhiata in giro e guardare gli artisti da vicino. Intorno a me ragazzi e ragazze di ogni età (c’è pure un bambino che avrà undici anni con la maglia dei Subsonica!) si godono il sole, chi sdraiato chi seduto per terra, chi in piedi di fronte al palco, su tutti regna una specie di torpore estivo: la tipica quiete prima delle tempesta. Gli sguardi si perdono sulla gente che sta arrivando, su quelli intorno, sugli amici e sulle coppiette abbracciate. Io saltello in su e in giù, giro per gli stand e mi guardo intorno alla ricerca di facce conosciute. Finalmente dopo un po’ arrivano Valeria e Mara e ci mettiamo subito a chiacchierare, io mostro orgogliosa le mie foto, poi è la volta degli One Dimentional Man, li seguo da sotto il palco insieme a Ross, mi piace la musica che fanno e adoro prendere per il culo il loro batterista che sarà il mio bersaglio per tutta la sera. A un certo punto vedo sbucare un saltellante Luca alle mie spalle, gli corriamo incontro e giù con abbracci&baci stile carramba che sorpresa! Sono contenta che ci sia anche lui, e soprattutto sono contenta nel constatare che l’atmosfera del festival fa bene anche a lui, per una volta più rilassato del solito.A questo punto della serata il posto inizia a riempirsi e l’atmosfera a scaldarsi, Luca gira e spesso sparisce con la Ciffola, io e Ross decidiamo che è giunta l’ora di accaparrarci la prima fila, anche perché stanno per suonare i gruppi che è bene seguire con più attenzione. Fra questi non ci sono i Meganoidi che davvero non si capisce cosa siano venuti a fare. Marco Parente e Giorgio Canali accompagnano il tramonto del sole e sono seguiti con attenzione da tutto il Commando, chi schierato in prima fila e chi nelle retrovie. Il primo mi colpisce molto per il modo di usare la voce, per le parole e per gli ottimi musicisti da cui è accompagnato. Presa da un eccesso di campanilismo mi lancio in applausi e urla di approvazione..insomma, è pure sempre l’unico toscano oltre a me nel giro di miglia e miglia!Canali è un vecchio del rock, la sua militanza nei cccp/csi è una garanzia e sul palco ci sa stare come pochi. E’ l’unico che viene seguito con attenzione e applaudito da Manuel che spunta sulla sinistra del palco. Mi piace in particolar modo il fatto che con lui suonino un batterista e un chitarrista molto giovani e che il gruppo sia così affiatato, certe cose fanno bene alla musica, l’arricchiscono. Naturalmente mi innamoro della bassista, ma questa è un’altra storia…La performance che mi prende meno è quella della Bandabardò, non mi ricordo bene a cosa pensavo in quel momento, ma doveva essere qualcosa di molto molto lontano dal sound della band. Alla fine della loro esibizione assisto alla scena più brutta (ma per fortuna isolata) di tutto il Tora Tora. Il fanclub della Bandabardò dopo aver assistito al concerto dei propri beniamini prende e se ne va snobbando il resto del festival. Che schifo! Proprio mentre stanno allestendo il palco per gli After sento qualcuno che mi chiama alle spalle: “Ehi gianna, questa è Dea!” Ebbene questa ragazza ci aveva riconosciute tutte senza averci mai viste, solo basandosi sui nostri messaggi in bacheca! È stato uno dei momenti più belli della serata…il pensiero divenuto reale, insomma per un momento mi sono sentita reale anch’io..un po’ più vera.“Bando alle ciance! Stanno arrivando!”Descrivere quel che è stato da questo momento in poi è difficilissimo, ma forse non esagero se dico che è stato il sentimento più vicino alla pura felicità che io abbia mai provato. A questo punto tutto acquista un significato personale, si apre una dimensione intima fatta di tanti pensieri e sorrisi, cuore impazzito nel petto e mani tremanti. Un urlo silenzioso mi esplode in testa e nel petto e allora mi sembra di non aver bisogno d’altro. Sento di poter davvero abbracciare con un solo sguardo ogni stella che brilla su questo mare di sguardi e teste e braccia e gambe e mani… all’orizzonte ci sono due mani che conosco, per una volta percorro la distanza in un baleno, anzi la distanza non esiste! Sento battere un cuore vicino al mio, forse sei tu, forse è solo il battito di mille e mille mani alzate …un cuore batte forte lontano, le stesse stelle sopra. “Questa è una canzone che mi cantava mia madre prima di addormentarmi” ..con queste parole o con parole molto simili, Manuel si avvicina alla tastiera e ci regala un’inaspettata e splendida Canzone di Marinella, cantata a mezza voce da molti intorno a me e seguita da un lungo applauso. Segue Quello che non c’è, che mi ricorderò in eterno, e poi Bungee jumping , Bye bye Bombay, La verità che ricordavo…Manuel è estasiato, dichiara di essere “distrutto ma felice”, ci ringrazia chiede hai tecnici di illuminarci e ci applaude. Durante la verità che ricordavo scende dal palco su una pedana più bassa e vicina alla transenna, braccia che si accalcano per raggiungerlo, urla gli si infrangono addosso e lui consuma fino all’ultimo filo di voce per gridare nel microfono parole note ma che stasera acquistano un significato in più. Non è in forma: lo dice e si vede, ma ha nello sguardo quella contentezza tipica di chi ha sofferto e dubitato a lungo. Migliaia di mani alzate sono un bel traguardo e una gran soddisfazione. Quando sento le parole “Voglio-una-pelle-splendida” non credo alle mie orecchie; non dimenticherò mai tutte quelle braccia in alto in coda alla canzone che scandiscono le ultime note all’unisono e continuano anche quando la voce di Manuel sputa in un soffio le ultime parole e le ultime note si sono ormai spente da un pezzo. Così lui arriva in cima al palco, sfatto, con la camicia aperta e grondante di sudore, abbandona la chitarra e si mette a battere le mani con noi…questa è l’immagine che conservo più gelosamente nel mio cuore, questo è stato il Tora Tora di Nizza.La serata sfuma sulle note dei Tiromancino che ci accompagnano dolcemente per mano sulla soglia di questo momento incredibile che nessuno vorrebbe lasciare. Nemmeno Manuel vorrebbe lasciarlo visto che torna sul palco a seguire il loro set, suona con loro Tutto fa un po’ male e segue con attenzione movendo la testa a ritmo di musica la loro E’ necessario ultimo pezzo della serata..e mai conclusione fu più azzeccata! Se ne va di nuovo e di nuovo torna baciando e abbracciando tutto il gruppo..sorridendo a chiunque ..gli animi si calmano e il cuore si fa già un po’ malinconico quando chiama sul palco tutti i musicisti……grazie grazie e ancora grazie applausi grida e pian piano tutte le facce note e meno note gocciolano via, finchè non si spengono le luci e rimane solo lui sul palco, indaffarato, a parlare un po’ con tutti. Noi del Commando, però, che abbiamo di fronte un lungo viaggio di ritorno, non abbiamo ancora voglia di ritirarci a biascicare qualche commento assonnato, siamo ancora in pista a ballare e prendendoci in giro, stanchi ma soddisfatti. Continuiamo così, fra una sosta ai lati del palco e un ritorno trionfale in pista, lasciandoci cadere via di dosso la stanchezza fino alla due e mezza…finchè non arriva anche Manuel tra noi e per l’ennesima volta riusciamo a strappargli un sorriso, schioccargli un bacio sulla guancia e urlargli nelle orecchie un immensoGRAZIE…A questo punto è proprio finita…è bello e un po’ surreale guardarsi indietro e vedere il grande spazio svuotarsi lentamente: gruppi di amici assonnati ridenti ubriachi ancora qualcuno sdraiato a terra…chiacchiere e le luci tornate normali che si accendono sui tecnici intenti a smontare…dissolto il chiarore artificiale le stelle si accendono una dopo l’altra sulle nostre teste, i vigneti intorno tornano silenziosi, la natura riacchiappa finalmente la quiete che per una sera tante note hanno cercato di strappargli e si acquatta di nuovo al suo posto, guardinga, augurandosi che non torni di nuovo un omino a turbargli il sonno. Rumore è tornato al suo trono mentre Musica se ne scivola via stanca con le braccia ciondoloni ma un sorriso beffardo sul volto. Noi ci trasciniamo verso la macchina…Ross ricomincia a guidare..abbiamo ancora la forza di compiere un’ultima azione vandalica contro la segnaletica stradale di Nizza Monferrato e poi di nuovo dentro: il paesaggio notturno scorre ai latila strada sottosopra nuvolette di pensieri a intermittenza, prima palesi, poi celati da un silenzio stanco ma ancora vibrante di complici emozioniparole di amici lontanicommenti sfuggiti dalla rete dei sogni e rimasti intrappolati a fil di labbra quel poco che basta per essere captati dalle amiche vicine l’alba sulla Via Emiliaun vecchio ciclista ignaro della sua immensa fortuna : “Tu che puoi startene a letto, ma che cazzo ci fai in giro alle sei del mattino ?!? “g.

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