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07.06.2003 NIZZA MONFERRATO
recensione: grazie a ciffolina



Tora Tora Nizza Monferrato Le foto di Line Forse la cosa che più lega tutto il discorso Tora Tora di ieri, per quanto mi riguarda, è il concetto di tempo.Di tempo si parla se penso alle sole due ore che, da Reggio Emilia, ci abbiamo messo per andare a Nizza senza sbagliare mai una volta la strada. Ottima la segnalazione stradale fornita dagli addetti ai lavori, che hanno disseminato cartelloni toratoreschi in ogni punto strategico, col risultato di farci pervenire comodamente all'ex fornace in cui era collocato il palco.Di tempo si parla se penso al fatto che, mentre lo stavo vivendo, il festival mi sembrava interminabile e poi, finito tutto e ritrovateci in auto a ripercorrere a ritroso il cammino verso casa, mi è sembrato di vivere dentro un sogno di cui non riuscivo a distinguee nitidamente i contorni e che era finito troppo in fretta: c'ero stata o no, a Nizza, in quello spiazzo da cui si dominava una vista sui vigneti piemontesi da urlo, incorniciati da nuvolone bianche che promettevano un imminente temporale? Sì, no, forse...è vero: ho tutto in testa ma non riesco a dirlo...Di tempo mi viene da parlare se ripenso al Viti che, chiamato dalla Gianna, la saluta con la manina stile "baby-a-bordo" per poi aggirarsi in mezzo alla folla e osservare gli altri gruppi: camicia aperta, pantaloni militari, scarpe di tela, occhiali da sole. Un viso completamente stravolto dalla stanchezza di un tour che per gli After pare non voler finire e una pelle color latte che sottolinea come le vacanze al mare, per i Nostri, siano ancora in là da venire...Di tempo che cambia le cose si parla se, ascoltando i Meganoidi sul palco, si sente che stanno per lasciare il loro stile-ska (ora meno "istrionico")per dare spazio a una rivisitazione dei brani più in chiave rock.E' il tempo che scorre lento, mentre tu sei immerso in un clima che solo il Tora Tora, per adesso, ha saputo regalarmi: calma, rilassateza, un senso di pace col mondo che mi pervade, in cui tutti siamo amici, per cui non c'è motivo di sgomitare e appicciarsi per prendere un posto in prima fila: ci si infila, si sguscia da una parte all'altra del palco. Si osserva Marco Parente da vicino, ci si allontana per la Bandabardò e per vedere le spettacolo di mani alzate su "Beppeanna" o la forza incazzosa di Giorgio Canali.E' il tempo che ci fa guardare l'orologio e dire: "Caspita, fra un pò salgono gli After...sta per finire tutto, ormai...ma no, poi c'è l'aftershow, figurati...si continua fino a mattina...".E' il tempo dilatato della prima canzone con cui gli After aprono il loro concerto: Manuel parla di cover, e m'immagino attacchino con "Non è per sempre". Invece, si siede al piano e cominciano una intensa rivisitazione de "La canzone di Marinella" di De Andrè. "Un canzone che mia madre mi cantava sempre da bambino", dice Manuel.E' uno spettacolo. E brivido totale: le parole all'inizio si sentono male, ma il basso lento e profondo di Viti ti entra nello stomaco e ti sconquassa l'anima.Poi, via via, le altre: Bye Bye Bombay, Quello che non c'è, La verità che ricordavo, Bungee Jumping, Mio fratello è figlio unico, Male di miele. Si chude con una struggente "Voglio una pelle splendida", ritmata da migliaia e migliaia di mani alzate a seguire la batteria di Prette e a commuoversi un pò sulle note finali del violino di Ciffo.Siamo uno spetacolo, ci dice Manuel. E chiede ai tecnici di illuminare tutto il pubblico. Mi piacerebbe vivere almeno una volta questa canzone dal'ultima fila: per vedere questo muro di mani alzate, questi "...ma siiiii" cantati in falsetto (e sempre stonatissimi) dalla gente. Così, per vedere l'effetto che fa constatare che le canzoni sanno smuovere emozioni e sensazioni incredibili in così tante persone tutte assieme.Non c'è che dire: il pubblico è lì soprattutto per gli After e i Tiromancino, che annoverano anche la magnifica Meg che, prima di duettare con Zampaglione nell'ultimo singolo della band, attacca una strofa di "Stop that train" dei 99 Posse. Stupenda Meg, come sempre."Per me è importante" ti arriva dentro con una forza inaudita e non puoi rimanere inensibile davanti ad una canzone capolavoro come quella. Ci aspettavamo l'entrata di Manuel su questo pezzo, invece il Nostro salirà per eseguire con la chitarra, accompagnato dala band dei Tiromancino, "Tutto fa un pò male".Finisce lo spettacolo. Manuel chiama sul palco tutti gli artisti della giornata. A me, quella cosa ì, ha emozionato tantissimo: li vedi sul palco, abbracciati, stanchi ma contenti. Loro ringraziano noi, ma non esiste: siamo noi a ringraziare loro per la voglia di sobbarcarsi una cosa enorme e stancante come quella del Tora Tora.E' ancora il tempo che ci fa domandare se i musicisti usciranno a mescolarsi trala gente o no. Vediamo uscire un paio di Meganoidi, Lara Martelli abbracciata a Zampaglione, il batterista degli O.D.M. (che ha suonato completamente nudo, nel pomeriggio). Manuel esce verso le 2 e tre quarti-3. Ballicchia un pò col suo solito fare assieme a probabili responsabili Mescal. La musica degli Explosiva, però, ci sta riducendo a degli zombie e la gente smette abbastanza presto di dimenarsi come degli automi alla ricerca di un ritmo meno martellante e un pò più diverso...invano.Alle 3 e un quarto ci cacciano (gentilmente) fuori.Ritorno a casa.La strada, stavolta (causa deviazioni) è più lunga e arriviamo a Reggio Emilia per le 7 di mattina.Inutile raccontarvi dello sradicamento vandalico effettuato dalla Gianna su un povero cartellone del Tora Tora affisso al palo della segnaletica per Nizza: sono le 4 di mattina, siamo ferme in una rotatoria e, per fortuna, non passa quasi nessuno...Inutile raccontarvi di come ci siamo messe a scoprire le diverse interpretazioni che ognuna di noi legge tra le righe ascoltando "Il mio ruolo". Inutile raccontarvi dei cori da stadio dell'andata, quando siamo arrivate allo sbocco tra l'autostrada e Nizza e abbiamo visto che eravamo a pochi passi dalla nostra meta...Siamo tornate bambine tutte, siamo felicemente incoscienti e ci sentiamo bene, in armonia. Stessa sensazione provata quando alla ex fornace, tra polvere, zanzare con gli anfibi, cani radagi, giocolieri e stand di vario tipo, incontramo Varanasi e Mara, assolutamente deliziose. Stesso discorso per Dea di Milano, che , postasi dietro di noi prima del concerto degli After, mi fa: "Ma voi scrivete sul sito di Hai paura del buio? Io son Dea!!". Si ricompone una bacheca che sta diventando sempre meno virtuale e sempre più reale, vera, fatta di carne e ossa. Di persone che hanno la fortuna di condividere una passione così forte da...stare male, ripensandoci.E' il mio solito pensiero, questo: la tristezza che mi assale dopo lo svuotamento che gli After sanno creare in me con la loro musica. E' nostalgia, malinconia, è qualcosa che mi rode l'anima e non capisco da dove derivi...la loro Musica...Musica...Musica...la loro Professionalità, Bravura...il loro scherzare e prendersi in giro ("Vi presento Giorgio Ciccarelli dei Sux! che questa sera sta suonando una scaletta diversa dalla nostra" se la ride Manuel, ironizzando sull'occhialuto inglobatore di microfoni..).E' il tempo, forse, che guarirà questa mia malattia di vivere troppo intensamente ciò che gli After mi danno. Per ora non voglio proprio guarire, perchè è la malattia più bella che potessi conoscere.E' il tempo che scorre inesorabile e mi dice che quella di ieri è stata solo la prima tappa di un ulteriore tour che il commando si appresta a fare, conoscendo sempre più gente della bacheca, allargandosi sempre più e piacevolmente.E' il tempo che scorre inesorabile e che continua a dirmi: devi vivere tutto a fondo, così come viene. Perchè purtroppo questo, a settembre, finirà. E allora bisognerà farsene una ragione, trovare altri modi per non pensare al vuoto che la Musica degli After crea dentro di te ogni volta. VIVI VIVI VIVI. ADESSO ORA, QUI. Col commando. Con tutti coloro che incontrerai, con tutto coloro che vedrai una volta e poi mai più, con tutti coloro ccon cui scambierai uno sguardo o un sorriso, con tutti coloro a cui passerai semplicemente l'Autan per difendersi dalle zanzare, come è successo ieri con uno sconosciuto.Vivi, godi dell'atmosfera, della gente, delle vibtrazioni positive. E' qualcosa di inspiegabile, quello che è accaduto ieri sera al Tora Tora...è stato magia, dolcezza,unione di tantissime anime lì solo per divertirsi ascoltando musica...Grazie a tutti per davvero.Mi manca già ogni singola cosa vissuta e provata ieri.Passerà, lo so. Ma questo tarlo malinconico non se ne vuole proprio andare per ora...

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