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04.04.2003 Roncade
location: New Age
recensione: grazie a ciffolina



ICONE RUSSE Luca passa a prendermi in stazione a Ferrara verso le 15 e 10. Partiamo immediatamente alla volta di Treviso: ci attende una lunga trasferta (a parte Senigallia a maggio, questa sarà la mia più lunga). Il lettore cd passa in continuazione gli After in una raccolta fatta dallo stesso Luca che inizia con "Mio fratello è figlio unico" e finisce con "Bungee jumping". Conteremo le volte in cui il cd è stato ascoltato lungo il tragitto: perlomeno 7 o 8...Tra una chiacchiera e l'altra, la strada scorre via veloce e senza intoppi. E' pure uscito il sole, cosa incredibile a pensarsi, visto che fino a due ore prima pioveva a dirotto. In realtà, pagheremo un prezzo alto per questo bel pomeriggio primaverile inatteso: a Mestre rimaniamo bloccati al casello per due ore buone e non ci schioderemo di lì fino alle 17 e qualcosa. Passiamo il tempo ricevendo telefonate da parte di g., di Machiba, io telefonando a casa per dire a mia madre di ascoltare un qualsiasi Onda Verde e sapermi poi raccontare che cosa è successo: lo scenario è da Autostrada del Sole quando il traffico si imbottiglia lungo la Bologna-Firenze in pieno inverno e con la neve...roba da non credere...Io, sinceramente, dispero che potremo arrivare a Roncade; Luca è fiducioso (ma lui è ottimista di natura...).Nel frattempo, abbiamo entrambi lo stesso pensiero: e se anche gli After fossero imbottigliati lì con noi? "Oh, ma t'immagini la scena?! Oh, dai, oh!!". Peccato non sia così (peccato per noi, ovvio) e che l'unica somiglianza con qualcuno di noto la ritroviamo in un uomo dell'est, seduto sul sedile posteriore di un Voyager, che è identico a Vasco Rossi...Il Grande Incubo è terminato: usciamo da Mestre e in non molto tempo riusciamo ad arrivare nella zona industriale di Roncade (non senza esserci fermati ad un baretto di camionisti i cui gestori sembrano infastiditi dalle domande che facciamo loro e aver chiesto ulteriori precisazioni all'unico palermitano che abita nei paraggi...).Arriviamo davanti al "New Age" e vediamo un camion che sta scaricando delle attrezzature. Parcheggiamo nel retro e torniamo davanti. Gli After sono già dentro e in quel momento stanno provando "Milano circonvallazione esterna": la voce di Manuel tuona e la musica la sentono anche quelli di San Donà di Piave, se solo aprono un pò le finestre...Guardiamo attentamente i tecnici...All'inizio me ne sto zitta, ma poi non ci riesco e a costo di apparire una con le fette di prosciutto sugli occhi chiedo a Luca: "Ma quel tecnico lì...non assomiglia a Ciffo?!". Fortunatamente non ho le visioni: anche il mio compare afferma che sì, è uguale uguale, solo ancora un pò più giovane e con i capelli castani, ma l'espressione, l'ovale del viso coincidono (sapete se il Luca Ciffo che viene ringraziato in "Siam tre piccoli porcellin" possa essere un tecnico e, soprattutto, fratello del Violinista? Il dubbio mi resta...).La sera cade giù all'improvviso e alle 20 e 30 ci...mettiamo in coda! Nel senso che ci mettiamo a parlare con gli unici due ragazzi che sono già arrivati davanti alla porta del locale, due 19enni di Oderzo che condivideranno con noi la prima fila. La gente che comincia ad arrivare veste nei modi più disparati: ci sono i dark, ragazzine in camicia e cravatta, maschi che le copiano, tipe strette strette nei jeans...Entriamo per le 21 e 30 e...bhè, inutile dire che la prima fila è assolutamente nostra!! Il palco è ad altezza uomo e siamo attaccati ai musicisti: Manuel disterà da me un metro e mezzo, Ciffo due e gli sono praticamente in braccio: se per caso sbadiglia gli vedo il colore delle mutande... Si ripropone la stessa spazialità dell'Estragon di Bologna (sto già sognando).Il locale è piccolissimo, sarà la metà dell'Estragon, però è molto carino. Luca continua ad intessere rapporti con chiunque: stavolta conosciamo due ragazzi vicentini che sono di fianco a noi.Io mi perdo a contemplare la strumentazione, è un mio chiodo fisso: non ci capisco *nullla* (purtroppo) di pedaliere ed effetti, ma saperne di più a livello tecnico è un mio grande sogno. Sono affascinata dalle lucine, dai bottoncini, da quei cavi aggrovigliati...mi piace osservare le chitarre, il basso posto sul suo piedistallo, la batteria (questa volta, girata completamente verso il gruppo, ancora più che durante il tour invernale).Il locale inizia a riempirsi e c'è già una tipa che riesce a rovinarmi una scapola con una borsetta spigolosa formato famiglia. Cominciamo bene...Alle 22 e 15 sale sul palco una persona dal fare discreto e quasi timido, vestita semplicemente. Mi stupisco nel vedere che è Marco Parente e sono molto contenta di poterlo ascoltare in versione live, perchè questo "cantautore atipico" mi intriga. Si presenta (forse perchè tra la gente serpeggia una sonante domanda: "Ma chi cazz'è?!") e comincia il suo set accompagnandosi con la chitarra acustica. Il pubblico, però, è troppo rumoroso e solo le prime due, tre file seguono con attenzione. Intanto Manuel esce dalle quinte e si accovaccia vicino alla batteria per seguire l'esibizione. Parente utilizza spesso questa frase: "Vi ringrazio per la gentilezza. Io sono una testa sola e voi siete tante teste. E mi sento molto solo...così, mi faccio aiutare da una grande testa...Manuel Agnelli" e il Nostro si mette ad accompagnare all'hammond l'amico in due canzoni.L'Agnelli indossa un giacchetto di lana nero, pantaloni grigi in tessuto spinato (si dirà così? mah...scusate, ma con la moda non vado d'accordo) e scarpe nere. Una incongruente sciarpetta viola completa il quadro.Il set dura una mezz'oretta scarsa: interessante senza dubbio, ma credo che ci sia ancora troppo poco rispetto per tutto quello che Afterhours non è, quando si frequentano i concerti del gruppo. Peccato. Siamo ormai alle 23.Vi faccio notare il grado di follia che un Afterfan può raggiungere: il ragazzo di Oderzo vicino a me riesce a leggere in controluce la scaletta di Manuel e se la scrive sul cellulare. La follia contagia anche me e me la faccio mandare via sms: prima ancora che cominci l'esibizione, so già quali canzoni faranno e mi preparo psicologicamente...Ci siamo: lo spettacolo pirotecnico ha inizio...Gli After salgono sul palco e si dispongono fra il frastuono delle urla del pubblico: Manuel veste in modo diverso rispetto a prima (ora indossa la camicia giallina dell'Mtvday e pantaloni di pelle nera); Giorgio Prette sfoggia barba lunga e baffi; Viti è in completo elegante camicia-pantalone marroni, Ciffo maglia scura a maniche lunghe e pantaloni neri e Ciccarelli una camicia a quadri stile "taglialegna dei boschi canadesi" e pantaloni chiari; non ha orpelli vari e pazzi che lo addobbano come al solito.Si apre con "Milano circonvallazione esterna", esaltante come sempre. Il mio ricordo corre a Bologna, dove già su questo pezzo i malati di mente stavano pogando...Qui le cose, per ora, sembrano andare diversamente: il pubblico PARE partecipe ma attento.Via via passano tutte le canzoni e sembra impossibile che scivolino in modo così sciolto, in modo da non rendersene conto...E' inutile: sono dei musicisti enormi e Manuel ha una voce immensa (anche se mi pare che a Bologna si sentisse meglio, all'interno del locale). Le impressioni sono sempre le stesse: potenti "Sulle labbra", "Varanasy baby", "La verità che ricordavo", "Non sono immaginario" (durante la quale Dario si avvicina al microfono di Manuel e cantano il ritornello insieme), "Elymania", "Strategie", "Mio fratello è figlio unico". Di grande effetto la bellissima "Televisione", interminabile e suggestiva (con quella sua "coda" che la attacca inesorabilmente alla magnifica "Posso avere il tuo deserto?"). Come "Bungee jumping", che a me piace solo dal vivo. Il momento televisivo offre una chicca non indifferente: Manuel trova un canale di aste di icone russe e vi si sofferma, ascoltando e prendendo in giro il banditore con quel suo ghigno luciferino. Ad un certo punto realizzo che tutti gli After sono voltati verso la tv e che anche il pubblico sta guardando il programma, pressochè in silenzio e contemplazione...C'è chi urla di spegnere e chi di telefonare alla trasmissione per comprare...Poi, alla fine, la farsa tace, zittita dal telecomando dell'Agnelli.Si va al riposo dopo "Bye bye Bombay".Il rientro sul palco prevede...uno scherzo giocato a Dario Ciffo da tutta la band. Dario è il primo a salire sul palco: prende in mano il suo violino e, voltandosi, vede che è...solo e che gli altri non sono saliti!!. Ciffo sorride, si prende i suoi applausi e il suo coretto dal pubblico, ma pare anche un pò imbarazzato. Vedo salire Agnelli e Viti piegati in due dal ridere per il tiro giocato a Dario e Manuel si fa perdonare presentando il violinista al pubblico. E' un momento troppo ghiotto, questo, per non urlare a Dario che è il migliore (me lo passate? ma sì, dai..:-P). Ciffo mi guarda e porta la mano all'orecchio, facendomi segno di ripetere ciò che ho detto. Glielo ridico, lui allarga le braccia verso Manuel e Manuel scuote la testa sorridendo (in quello scuotimento è di certo compreso:1) il suo commento alla mia stupidità; 2) il suo commento alla mia stupidità, 3) il suo commento alla mia stupidità).A esser sinceri, il vero guaio capita quando su "Il mio ruolo" delle ragazze dietro di noi fanno saltare fuori uno striscione con su scritto qualcosa che non riusciamo a leggere (roba tipo "Manuel sei il nostro pensiero malvagio"). L'Agnelli canta tutta la canzone ad occhi chiusi e quando si accorge della scritta sventolatagli sotto il naso, indietreggia e suona dando le spalle al pubblico. Le ragazze hanno l'insana idea di gettare lo striscione sul palco e, terminato il pezzo, Manuel esclama, seccatissimo: "Vi ringrazio per lo striscione, ma qui non siamo ad un concerto di Ligabue" e lo calcia giù dal palco. Amen.Su 1.9.9.6. l'Agnelli si mette a "screcciare" col plettro sul manico della chitarra, urlando alla band: "Era quello che desideravo fare da una vita!!", mentre un divertito Viti mima con le mani il gesto del d.j. che gira i piatti in consolle.Viti, a mio giudizio, è davvero un piccolo grande uomo: un bassista fenomenale che si gode il suo strumento come pochi altri, uno che si diverte proprio...Anche Andrea, un pò come tutti gli After, mi inquieta: lo guardi e di lui scorgi subito quegl'occhi chiari, fessure feline sopra un bel viso incorniciato da una "vissuta" barba-di-un-giorno-finto-trasandata...Giorgio prette non mi è dato di osservarlo come si deve, mentre Gorgio Ciccarelli sì: 'st'uomo qui ha la faccia di gomma, ha sbagliato tutto, nella vita: dveva fare l'attore comico! Però ha un non-so-che che mi piace: quando...sta normale è rilassante, dà tranquillità...Eppoi, è un divertimento enorme vederlo appiccicarsi a Ciffo e infastidirlo (simpaticamente, ovvio) mentre suona...a volte mi pare di vedere due bambini dell'asilo...(con tutti il rispetto, s'intende!!).Si arriva a "Ritorno a casa", e Manuel parte a declamare dal fondo del palco e leggendo il foglio; poi lo appallottola e, accortosi di ciò che ha fatto, si accorge pure di avere un'esitazione su come continuano le parole, ma si riprende bene.Stanno per terminare le due ore e un quarto di goduria, anche se "Voglio una pelle splendida" non la faranno, pur essendo in scaletta.Durante quelle due ore e un quarto è successo di tutto: Luca ed io abbiamo telefonato a g., a Machiba, ad un'altra mia amica; ma, soprattutto siamo sopravvissuti per puro miracolo. Il pogo è stato infernale e anche dalla prima fila si è sentito (ma per fortuna eravamo ben ancorati e stavamo ridendo istericamente per non piangere): ci sono stati tentativi di salita sul palco da parte di alcune ragazze prontamente respinte dagli uomini della sicurezza (gentili, comunque), qualcuno si è preso delle botte in testa, qualche giovane coglione arrivato per ultimo ha pensato bene di prendersi il suo momento di celebrità venendo a massacrare quelli della prima fila che si erano sbattuti per averla...Oggi mi sono ritrovata i lividi sotto le braccia (non riesco a tener appoggiati i gomiti al tavolo) e ho una striscia di pelle infiammata lungo tutto le costole...Ma vabbè, i concerti degli After sono anche questo...Luca ed io decidiamo di non attendere la band all'uscita del locale (Manuel si dev'essere di certo incazzato e l'età media dei presenti supera di poco i 20anni) e ci rimettiamo in macchina per prendere l'autostrada, ascoltando ancora gli After e passandoci le emozioni della serata, oltre che altri discorsi che abbiamo approfondito in ormai tre mesi di corrispondenza fitta fitta. Non c'è quasi nessuno in giro e non so perchè mi stupisco nel vedere che stiamo superando un fornaio che si reca al lavoro...Arriviamo ad un autogrill: Luca si prende un caffè, io faccio incetta di cioccolate; vado in bagno e, guardandomi nello specchio, vedo il mio viso di un biancore indicibile: sono il riassunto di stanchezza, freddo e tensione che faticherà a stemperarsi, lo so, per qualche giorno ancora...Ad ogni modo, per la regola secondo cui il ritorno è sempre più breve dell'andata, bene o male alle 4 del mattino siamo a letto entrambi, io a Ferrara e lui a Modena....gli After...che dire? I loro concerti sono una garanzia: sono immensi, non c'è niente da dire. Gli altri gruppi che ascolto non raggiungono, durante il live, il loro livello. Sono professionisti veri e seri. Mi colpisce sempre la mancanza di scenografie, o di salite-entrate-uscite ad effetto da parte del gruppo sul palco: bastano loro, basta la loro musica, tutto il resto sarebbe distrazione, non gioverebbe a nessuno.Il bello è che mi ritrovo a descrivere i concerti in maniera un pò insolita rispetto alla classica fan degli Afterhours: la maggior parte ha bisogno di vedersi davanti Manuel per godere dell'esibizione della band e tutto il resto passa un pò in secondo piano. Io ho bisogno di sentire la voce di Manuel ma di guardare Dario (ormai mi conoscete...). E' inutile, è un bisogno fisico, il mio. Un bisogno che è dettato dalla mia ammirazione per lui in quanto musicista: non nego certo che sia un bel ragazzo, ma la mia passione per Ciffo è "asessuata", non conosce quella "fisicità e carnalità" che può invece suscitare Manuel (ma non in me, mi spiace) nei confronti delle sue fans.Adoro osservare Dario mentre suona perchè in lui trovo un'eleganza, una discrezione e forse una timidezza che lo rendono affascinante in maniera diversa rispetto a tutti gli altri componenti della band. E' quel suo modo di amare il violino, di stare sul palco, di inchinarsi, di salutare il pubblico, di guardare con quei suoi due occhioni scuri...E' una di quelle persone che vorrei rimanessero rinchiuse per sempre sotto un bicchiere di vetro capovolto (come si faceva un tempo con le lucciole), posto sullo scaffale più in alto della mensola, dove la mani arroganti non possono arrivare.Però, è anche vero che le lucciole, così, muoiono. E Dario, forse, muore proprio ogni volta in cui io proietto su di lui le mie fantasie, guardandolo muoversi con una grazia e una leggerezza che non ho visto mai a nessuno.Luca, tornando a casa, diceva che dalla prima fila gli After sembrano troppo umani, che bisogna mantenere un certo distacco da loro anche in questo. E' la lotta continua tra il lasciare i propri idoli sul piedistallo e quella di farli scendere, cercando di avvicinarli (eros e thanatos forse!?).Sì, forse gli After, ieri sera, erano umani. Ma non lo saranno mai per noi. Rassegnamoci all'idea che le icone russe disprezzate da Manuel, in realtà, siano loro stessi. Mi accingo a spedire questo lunghissimo resoconto.Chiudo outlook e rimango a fissare il desktop del mio computer. Ho messo una foto degli Afterhours: su uno sfondo bordeaux scuro (come tutti i colori dell'immagine, pure un pò sgranata e rovinata, quasi anticata), loro se ne stanno seduti su un divano: da sinistra a destra sono Dario, Manuel, Giorgio Prette e Andrea. Ridono.Dario e Manuel hanno lo sguardo basso, Giorgio ha un'espressione serena e guarda l'obiettivo, mentre Andrea pare essere l'oggetto dell'ilarità, con quella sua aria un pò imbronciata.Ridono e sono bellissimi, immortalati nel gesto più naturale di questo mondo. Di una bellezza che non si può descrivere.Li vedo: ridono del mio amore nei loro confronti e sembrano dirmi che non potrò mai conoscerli come sono realmente.Perchè loro rimarranno per sempre icone russe.