Stefano Pilia è un chitarrista avant formatosi accademicamente al Conservatorio G.B. Martini di Bologna, ma da sempre attento sia alle forme classicamente “rock” che a quelle di avanguardia e ricerca sullo strumento.
Originario della Liguria ma trasferitosi da tempo a Bologna, Pilia ha portato avanti una intensa attività in solo che ha fruttato nel corso degli anni una notevole mole di lavori, tutti di alto livello – The I Season (Time-Lag 2004),Healing Memories And Other Scattering Times (TheLastVisibleDog 2005), The Suncrows Fall And Tree (cd Sedimental 2006), Action Silence Prayers (Die Schachtel 2008), la trilogia Last Days (vol. I lp 8mm 2008; vol. II 7? presto?! 2009; vol III tape Tulip 2009) e la raccolta di “sketches” acustico ed elettrici Strings (Musica Moderna 2012) – oltre che una serie di collaborazioni a tutto tondo che lo hanno portato dagli esordi coi bolognesi Settlefish all’entrare in pianta stabile nei Massimo Volume prima e poi a supportare in sede live gli Afterhours e a suonare in un tour worldwide, oltre che registrare in studio, con la cantanta maliana Rokia Traorè.
Accanto a queste collaborazioni, però, Pilia ha sempre trafficato con la musica d’avanguardia e underground, dato che per sua stessa ammissione è sempre stato attratto dalla ricerca sul suono e sulle sue relazioni con lo spazio, la memoria e il tempo.
Lo dimostrano le citate uscite in solo in cui Pilia ha sempre giocato sulle timbriche e sui chiaroscuri dell’elettrica, prima, e dell’acustica, poi. Un percorso che lo ha portato a trafficare con la minimal music (The Suncrows Fall And Tree) e filtrare la sua chitarra per disegnare “architetture sonore scheletriche e autunnali“, come si diceva per l’esordio su Die Schachtel Action Silence Prayer, mantenendo sempre i legami con la tradizione e le origini (il folk della chiosa dell’album).
Nelle esperienze targate 3/4HadBeenEliminated con Claudio Rocchetti e Valerio Tricoli, quelle made in In Zaire (quartetto con gli ex G.I. Joe Riccardo Biondetti e Alessandro De Zan più Claudio Rocchetti), l’unione con Andrea Belfi e Mike Watt ne Il Sogno Del Marinaio e quella coi due Shiprwreck Bag Show, Xabier Iriondo e Roberto Bertacchini, in Cagna Schiumante, emerge invece l’estro camaleontico del bolognese d’adozione, pronto a portare in dote – un po’ come successo coi Massimo Volume “della rinascita” – il suo riconoscibile tocco piegato però sempre nelle varie forme delle band a cui viene prestato.
Un altro aspetto che caratterizza l’atomizzata discografia piliana è quello delle collaborazioni e split: da segnalare lo split 12? con Paolo SpaccamontiStands Behind The Men Behind The Wire (EFT, Brigadisco 2013), il trio con David Grubbs e Andrea Belfi, i lavori con David Maranha e Blind Jesus, la citata attività live con Rokia Traorè che lo ha portato a frequentare e inglobare gli input multiculturali africani e molto altro ancora, per uno dei chitarristi più attivi e coraggiosi del panorama italiano.
In questi ultimi anni, Pilia ha via via approfondito l’elemento acustico della chitarra, in una ricerca che lo ha portato a elaborare in solo Blind Sun New Century Christology, proprio in una alternanza tra tradizione prewar blues e avanguardia chitarristica; un lavoro, si sottolinea in sede di recensione, che «raggiunge vette di eccellenza formale, pregnanza simbolica e appassionata emotività a dir poco invidiabili».
Fonte:
sentireascoltare.com