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12.02.2004 Rimini
location: Velvet Rock Club
foto e recensione: grazie a silvia



Speranze e probabilità di vedere questo concerto: praticamente ZERO. La sera prima, parlandone con Simona, la voglia di rivedere gli After si rinnova così grande da risultare quasi imbarazzante. Come si fa, come non si fa, le idee scarseggiano e pare che il desiderio debba rimanere inappagato…Vuoi per gli After (nella persona di Manuel e della sua voce), vuoi per un cocktail fortemente alcolico (addizionato di droghe strane, altrimenti non si spiega la ciucca istantanea), provo a lanciare un sms disperato a un amico chiedendogli – ma la supplica era esplicita! – se gli andava di venire. Non ottenendo risposta in serata, mi intristisco un po'… ancor più quando la mattina del concerto mi telefona per confermare che non ce la fa a causa di impegni di lavoro… con (falsissima!!!) disinvoltura rispondo che "fa niente, dai, è lo stesso".La svolta nel primo pomeriggio: altra telefonata: "va bene, se vuoi andiamo". Se voglio?! Farei carte false!!!!Miracolo supremo. Organizzo la trasferta alla velocità della luce, ottenendo dai miei l'uso dell'auto (ma si può? a 25 anni dover ancora elemosinare per questo?). Purtroppo Simona dice che non viene perché la mattina dopo sarà impegnatissima col lavoro e non se la sente di affrontare la giornata con sole 3-4 ore di sonno alle spalle… Così, verso le 19.40 io e il mio nuovo, gradito e insperato compagno di viaggio, Ulises, ci dirigiamo verso quel del Velvet. Io mi dimostro abile guidatrice trovando il suddetto locale al primo colpo e senza mai sbagliare strada (secondo miracolo della giornata). La mia maestria nella guida sembra anche adeguatamente apprezzata, visto che l'accompagnatore riesce a dormirsela con gusto per la maggior parte del tempo (!), finché non lo sveglio causa polizia municipale che mi sventola la famigerata paletta. Ma quando accosto, i pulotti mi fanno invece cenno di proseguire: mi arriverà a casa una salatissima multa per eccesso di velocità?? …mmm…Arriviamo verso le 21.30: il parcheggio è già semipieno, e io penso sconsolatamente che la prima fila me la sogno… ma niente è perduto: la gente è ancora abbastanza dispersa e io e Ulises ci intrufoliamo senza problemi in seconda fila, vicino alle finestre e davanti alle casse. Ci renderemo conto solo in seguito di essere non solo "vicini" alle casse, ma proprio dentro! (il fischio alle orecchie è ancora tremendo) L'attesa del concerto la passo cercando di ottenere due birre, e quando torno scopro che il mio fido compare ha guadagnato la transenna!!!! Quest'uomo, questo mito!!!!! (nel frattempo, al bar, ho incrociato gli amici di Luca, ma lui non l'ho trovato: dove ti eri nascosto, "bastardo"?? ti ho cercato anche alla fine del concerto, ma poi dovevo fuggire e non ho avuto tempo per una perquisizione approfondita del locale…) Alle 22.15 iniziano i Twilight Singers: più di un'ora di ottimo rock e un cantante dalla voce potente e incisiva. Durante l'intero set dei Twilight tutti gli After fanno da spettatori: Manuel si canta un bel po' di canzoni, applaude, ride… E arriva anche il duetto dei Twilight con Manuel (che legge clamorosamente il testo in inglese da un foglio appiccicato a un amplificatore) e Ciffo. Il violinista resterà sul palco anche per la canzone successiva. Tra l'altro, sfoggiando una (per me) inedita chioma ricciolonache, ammetto, gli dona. Non avevo mai sentito i Twilight, ma mi sono proprio piaciuti, e il tempo scivola via veloce. Pausa per il cambio degli strumenti, ed ecco gli After. Dalla mia postazione vedo perfettamente la triade Ciffo-Agnelli-Viti; Ciccarelli è nascosto da una fila di riflettori e Prette mimetizzato dietro la batteria. Comincio subito con l'osservare i particolari scemi, e le prime due cose che mi saltano agli occhi sono la camicia del Viti, mooooolto anni '70, e che – su un'altra persona – non esiterei a definire atroce (in più, il ragazzo sembra sempre più giovane e magro) e quella di Manuel (per il semplice fatto che non mi sembra di averla mai vista prima: ma come? oddio… era ora di rifarsi il guardaroba, ma prima bisogna avvertire! c'è gente che può rimanere traumatizzata da questo evento inaspettato!) La scaletta – a differenza del guardaroba – è la solita, e inizia con "La canzone di Marinella" che, devo dire, Manuel canta sfoderando una voce acidula e metallica che non mi piace tanto su una melodia così dolce, molto più adatta per la successiva "Milano circonvallazione esterna"… Ma tant'è: il Nostro appare troppo di buon umore e io avevo una voglia inverosimile di questo concerto, quindi gli After avrebbero potuto fare qualunque cosa sul palco, e mi sarei divertita in ogni caso! E comunque, gli After sono in serata di grazia, e regalano interpretazioni da brividi di "Quello che non c'è", "Bye bye Bombay", "Dentro Marylin", "Sulle labbra". Potentissime "Male di miele", "La verità che ricordavo" e "Germi". Consueta cover dei Motley Crue per "Non è per sempre" (!! cambiare un po' le intro parlate no, eh?!). Coinvolgente e intensa "Mio fratello è figlio unico", interrotta da uno stacco più lungo del solito che rende la ripresa da cardiopalma. Non so… a me, sapere che la canzone non è finita ma riprenderà all'improvviso con quel "figlio fratello picchiato malpagato", mette addosso un tale senso di spasmo per l'impazienza… è come l'attesa di un'esplosione annunciata… mi ritrovo come tutte le volte e ridere e sorridere, mi riscopro come tutte le volte immobile ad ascoltare la musica, ma con un turbinio di emozioni e pensieri che mi fanno vibrare l'anima (o forse era solo l'effetto della vicinanza delle casse?!) (vabbé, viaggi miei, scusate!).Purtroppo, non ci saranno né "Ritorno a casa" né "Pelle splendida". In più, oltre alla musica, il concerto offre anche alcune scene da ricordare, e di gran qualità! Innanzitutto, su una sensualissima "Varanasy Baby" Manuel si piazza alle spalle del Viti e, dopo strusciamenti vari, gli mordicchia allegramente il collo (!!!!!).Poi, presentando "1.9.9.6.", Manuel dice che questo è un anno (non ricordo le parole precise) sfigato e nato male, e non si può fare niente per nascondere la cosa, "neanche facendosi il litfing", "soprattutto se sei nano… e malefico!". Ovazione del pubblico! E parte un dedicatissimo "porco Silvio offenditi", "Silvio fa che lei non sia qua". Preda forse della foga del momento, Manuel decide anche di cannare la prima strofa, chiamando in causa anzitempo i poveri architetti. Ridacchiando, riprende le fila del testo e prosegue. A un certo punto, qualcuno, da bordo palco, urla "Manuel ti voglio bene". Manuel si gira, lo guarda, sghignazza e risponde "e tu sei un frocio… però ti voglio bene anch'io", e gli lancia un bacio a fior di labbra.Sopraggiunge anche (sob sob) l'angolo della tristezza, quando vola sul palco un reggiseno (imbottito… ahimé), che Manuel raccoglie e fa sparire affidandolo a qualcuno nel backstage… Curiosa anche la gag in cui Manuel si avvicina a Prette, gli va alle spalle, gli tappa la bocca con una mano e con l'altra ne simula l'omicidio (non ho capito bene se spezzandogli l'osso del collo o tagliandogli la gola… o entrambe le cose…) Ma le scene più "vere" della serata i Nostri le regalano quando sul palco salgono anche i Twilight: è evidente che suonare insieme piace a tutti e due i gruppi, e che si divertono, contagiando anche il pubblico. Una vera e propria session di rock autentico, energico, vitale, con Manuel e Greg Dulli "rockers maledetti" che ridendo si contorcono si buttano a terra e suonano sdraiati sul palco, mentre Dulli si fa prestare l'archetto del violino da Ciffo per suonare la chitarra… e l'esagitato batterista dei Twilight che, dimenandosi col tamburello in mano, fa franare i piatti della batteria di Prette!!! (e il povero Gigi che corre a risistemare il tutto) Quando il concerto finisce sono le 2, ed è ora di fuggire verso casa, che venerdì mattina si lavora. Passando dalla zona del merchandise mi pare di intuire la sagoma di Chaki, ma la ressa di gente impedisce un rapido avvicinamento, quindi passo il turno per il saluto: sarà per la prossima volta…Il rientro vede me e Uli impegnati in un surreale dialogo tra sordi. Proprio nel senso letterale del termine: i timpani sono definitivamente perforati e ogni frase deve essere ripetuta almeno due o tre volte… "Come va, sei stanco?""Eh?""Ho chiesto se sei stanco""Eh??, cosa?""Ti ho detto 'sei stanco'?!""Eh???, non ho sentito…"Insomma, sembra difficile sostenere una conversazione normale, tanto più che io sono ancora sognante e persa nei meandri del concerto. E poi sono contenta perché Ulises mi ha detto che il concerto gli è piaciuto (spero tu non l'abbia fatto solo per gentilezza!!) e che Manuel sul palco ha carisma (eh si, mica cotiche l'Agnello!!! ;-> ).Tutto il resto è ronzio!

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