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Verso il Brf 2015, Manuel Agnelli: «Il viaggio e il nuovo disco degli Afterhours, diverso da tutto»
inserita il 06/06/2015
Sarà un concerto rock, di puro rock. Manuel Agnelli non ha esitazioni per l’appuntamento con gli Afterhours al Brianza Rock Festival 2015. È per domenica 14 giugno, serata di chiusura della manifestazione che porterà in scena dodici concerti in tre giorni con headliner anche Bluvertigo e Subsonica.



«Veniamo da due tour molto particolari, quello celebrativo di “Hai paura del buio” e quello di “Io so chi sono”. A Monza faremo un concerto con una scaletta rock’n’ roll, non un greatest hits ma quasi – racconta – Andremo a prendere quelle canzoni che magari negli ultimi tempi abbiamo suonato meno dal vivo come “Dentro Marilyn”, “Ossigeno” o “Strategie”. Ci va di suonarle e ci va di fare uno spettacolo rock».



Il concerto all’autodromo nazionale sarà qualcosa di speciale, la prima delle uniche due date in programma per l’estate (l’altra il 28 giugno a Modena). Perché la band è in studio di registrazione e sta lavorando a un disco nuovo. E anche perché sul palco salirà la formazione rinnovata dopo gli addii autunnali di Giorgio Prette, che dalla sua batteria ha dettato il tempo al gruppo per 25 anni, e del chitarrista Giorgio Ciccarelli.



«Saranno due date, è già certo, perché non vogliamo farci distrarre – continua Agnelli – Siamo al lavoro, siamo avanti, abbiamo un sacco di pezzi e non vogliamo interrompere il flusso creativo».









E poi?
«E poi ci piaceva l’idea di fermarci un attimo per riordinare le idee con le nostre vite. È meraviglioso andare in giro a suonare, ma vogliamo anche vivere. Siamo sempre in giro, ma un viaggio vero è difficile farlo. Il viaggio in sé per me non può essere lavoro, al ritorno lo elabori e capisci se ti ha cambiato o ti ha dato qualcosa: il viaggio è vita e vale più delle canzoni. Anche per fare un disco che sia pieno di racconti e non solo routine e mestiere».

Sul palco a Monza salirà il nucleo ormai storico formato dal cantante e leader Agnelli (anche chitarra e piano), il chitarrista Xabier Iriondo, Roberto Dell’Era al basso, Rodrigo D’Erasmo al violino. Con le novità Fabio Rondanini (Calibro 35) alla batteria e Stefano Pilia (Massimo Volume) alla chitarra.



«Si sono uniti a noi due musicisti straordinari, che hanno portato una parte molto importante a livello musicale. Col tour nei teatri abbiamo lavorato per valorizzare questa cosa e non fare in modo che andassero solo a sostituire chi è uscito. Per i due concerti estivi ci sarà un legame comunque forte con la nostra storia e loro sono stati bravi ad adattarsi a quel suono».



A proposito di suono, come sarà il nuovo disco? «Sarà diverso, diverso da Padania e dagli altri. È presto per dirlo, stiamo cercando di non darci dei paletti. Stiamo cercando di seguire il flusso creativo in maniera molto spontanea. E stanno venendo fuori cose diverse tra loro: pezzi molto strutturati e duri come sonorità e altri più liberi dalla forma canzone. Sta venendo davvero fuori un sacco di materiale».

Il Brianza Rock Festival è cresciuto ed è alla quinta edizione. Come sta la musica live in Italia?

«La crisi non è finita, non si vede ancora una via d’uscita. Negli anni ’90 e 2000 c’era stato un vero boom di manifestazioni live e di club: oggi un club fa molto fatica, anche forse per la perdita dell’abitudine alla curiosità della gente. Funzionano molto quei progetti musicali che hanno una fan base stabile, mentre si fa fatica a dare visibilità ai nuovi gruppi. Per questo i festival sono fondamentali: grazie a un headliner con un buon nome si possono far ascoltare anche tante nuove proposte. Poi la cosa importante è creare progetti, fare in modo che le cose succedano: insomma, vivere le esperienze».



Che col Brf 2015 si traduce in Bluvertigo, Subsonica e Afterhours in tre giornate con dodici concerti in tutto che mixano nomi storici della musica nazionale alle band emergenti: da Eugenio Finardi (12 giugno) a Mataleòn, Mr Kite e Sandflower, vincitori del contest Rockin’ the school e sul palco uno per serata.



Gli Afterhours hanno suonato - e vissuto - tanto al Bloom di Mezzago, con cui esiste un legame fortissimo; Manuel Agnelli ha partecipato al festival “Parola cantata” di Brugherio («Una manifestazione fatta molto bene, piccolina ma con grande spessore e una direzione artistica molto coerente grazie al gusto e all’esperienza pazzesca di Mauro Ermanno Giovanardi», ricorda). Ma per tutti sarà la prima volta a Monza.



«La conosco poco, ci venivo da piccolino trasportato dalla passione per la Formula 1. Che pubblico troveremo? Non lo sappiamo, c’è anche questa curiosità. Qualcuno ci seguirà da Milano, o almeno spero. Il resto sarà tutta una scoperta».

E sarà tutto da scoprire: domenica 14 giugno, all’autodromo nazionale. I biglietti sono in vendita sul circuito Ticketone oppure al botteghino nel giorno del concerto. La musica inizia alle 18.



Chiara Pederzoli