Attivo dal 07.05.2002 | Sito non ufficiale
registrati |
login
| oppure accedi con
SEGUICI SU:
30.08.2003 CASTELNUOVO MONTI
foto e recensione: grazie a bettyboop



Castelnuovo ne' Monti La verità che ricorderò Il posto è relativamente piccolo e semideserto quando arriviamo io, Cinzia e Simona, un po' prima delle 18… ma soprattutto è spazzato da un vento che somiglia pericolosamente alla bora, e molto freddo per di più. Si intrufola ovunque, solleva nuvole di polvere e terra, fa rotolare bottigliette vuote e cartocci che fino a poco prima erano riempiti da insane quanto succulente piade con salsiccia e maionese… si intrufola tra i teloni del palco, sibilando e fremendo, e rendendo difficile il lavoro dei tecnici e dei musicisti… Ovviamente, inauguriamo subito i bagni chimici (un must di questa stagione concertistica e festivaliera!!!), e quale non è la sorpresa mia e di Cinzia quando da una di queste celle di plastica se ne esce una coppia (ragazzo e donna)… [tieni a mente questo episodio, caro lettore!] Il pubblico ancora poco numeroso è spalmato su teli o sull'asfalto nello spiazzo davanti al palco, chiacchiera, mangia, ascolta la musica dei gruppi un po' meno noti (ottimi i Bartok, per i miei gusti). L'entrata in scena di Cristina Donà coglie tutti di sorpresa: appena riunito il gruppo con Luca, Marlene e Ross e rispettive compagnie, non faccio quasi in tempo a salutare che devo raccogliere alla meno peggio zaino, bottiglia dell'acqua priva di tappo (un GRAZIE di cuore alla security che li ha sequestrati all'entrata) e un mozzico di piada finito di trangugiare di fretta, per andare in avanti e cercare un posto vicino alla transenna. Impresa neanche troppo ardua, visti gli spazi ampi tra le persone. E grazie all'apripista Simona (sempre grandissima in questo tipo di missioni), ben presto mi ritrovo in prima fila. La Donà stavolta mi piace di più rispetto a Fossacesia, anche se non mi prende alla follia. Magari col tempo la apprezzerò maggiormente, intanto mi accontento di appassionarmi su Triathlon. Per secondi i La Crus: non li avevo mai visti dal vivo, e devo dire che la voce di Joe non tradisce affatto le aspettative: calda e intensa, davvero affascinante. Da esperta, Simo mi dice che questa non è stata una grande performance per loro, che non rendono mai al massimo nei festival. Penso che se mi sono piaciuti così, sarebbe davvero allettante vedere un concerto intero. Tra un sospiro e l'altro, nella Simo riaffiora tutto l'amore per Joe e anche l'imbarazzo nel fare delle foto (compito a me demandato, ma reso critico da un impianto luci da censura totale: faretti puntati direttamente negli occhi del pubblico che accecano, dando parecchio fastidio; personalmente, preferisco vedere gli artisti sul palco piuttosto che intravedere delle sagome in controluce… no?!). Proprio belle Respirare e Tutto fa un po' male (si sperava in un'entrata di Manuel, peccato… sarebbe stata una bella sorpresa).Poi è la volta dei Marlene Kunz. Confesso che non li conosco molto, perché nutro una certa antipatia di pelle per Godano, però devo anche ammettere che dal vivo non mi sono dispiaciuti. E poi, La canzone che scrivo per te è davvero bella, anche se l'assenza della voce di Skin (hai detto niente!!) si sente non poco. Penultimo gruppo della serata, gli After.Escono. Io e la Simo ci guardiamo e ci diciamo in stereo la stessa frase: "Ma com'è che sono così belli stasera??". Voglio dire: gli After possono essere – a seconda delle occasioni – affascinanti, arrabbiati, divertiti, coinvolgenti, freddi, entusiasmanti… ma che si presentassero tutti esteticamente belli come ieri sera non mi era mai capitato finora!Manuel "man in red": camicia rosso fuoco semi-sbottonata e pantaloni vinaccia (e depilato, ma va bene anche così, dai!); Cicca in un completo grigio elegante con tanto di giacca, e camicia marrone; Dario, che per una volta tanto trovo carino pure io, chiuso in un giubbottino blu con fascione in vita (??!!) che lo ripara dalla bora che sbuffa forte portando sul palco folate polverose; Viti in marrone come al solito e parecchio preso; Prette, nascosto dietro la sua batteria, non lo vedo…Il concerto: 45 minuti costellati da problemi tecnici di ogni tipo (caro Manuel, com'è che ieri sera non ti sei autodedicato 1.9.9.6.?!). L'Agnello, tanto per cominciare bene, su La verità che ricordavo massacra il microfono e lo tortura fino alla morte, sbattendolo un po' ovunque quando lo fa roteare, ed è costretto ad agguantare prima quello di Dario, poi quello di Cicca, mentre i tecnici cercano di metterci una pezza. Comunque, pare che questo primo inconveniente non lo disturbi più tanto, infatti sorridendo dice al pubblico di avere un po' di pazienza mentre "mettiamo in ordine il salottino". Poi (narro le sfighe in ordine casuale) gli si rompe una corda della chitarra. Poi, il volume dell'acustica non va bene e Bye bye Bombay subisce diverse modifiche concettuali in tema: "Non si può giocare con il suono della gente se non sei un professionista […] Io non tremo, è solo un po' di me che suonerà".Poi, mentre il vento continua a turbinare violento, Manuel – dopo aver ringraziato il pubblico per essere venuto nonostante questo clima difficile – se ne esce con un: "Eh, ci ho messo 3 ore oggi per phonarmi!" (risatine su questa chicca!! eh eh, il ragazzo è autoironico!).Poi, stecca clamorosamente la seconda strofa di Mio fratello è figlio unico.Infine (ma non ricordo a quale proposito), un ridente ringhio verso un incolpevole violinista: "Non ti azzardare a toccare quel microfono!!".La cosa veramente bella è stata che questi problemi, anziché rovinare l'umore di Manuel e farlo innervosire come è successo altre volte, sono sembrati divertirlo… non so, sembrava rilassato, tranquillo, disponibile allo scherzo… e in questo modo il tempo passa decisamente troppo veloce, i tre quarti d'ora sono scaduti e con Voglio una pelle splendida si chiude il set degli After. Ultimo gruppo in scaletta, i Modena City Ramblers: è suggestivo guardare il pubblico che salta e batte le mani a tempo dalla "postazione piadinaro", che domina dall'alto lo spiazzo del palco. E poi, i ritmi sono indiavolati e coinvolgenti… e Bella ciao come la fanno loro è qualcosa di meraviglioso, da brividi davvero. Raccogliamo i dispersi (Luca – che fuggirà subito, causa principio di assideramento: il ragazzo ha sfidato i pinguini armato solo di una leggerissima maglietta di cotone! – e Cinzia) e, dopo due chiacchiere che la Ci si fa con Chaki mentre io e la Simo lottiamo per ottenere una birra, andiamo verso il locale che ospiterà l'aftershow: la discoteca Edelweiss (?!?!), dove ci sarà un set dei Dining Room, progetto portato avanti da Malfatti dei La Crus. La musica, se devo essere onesta, non entusiasma. E' il resto della serata che si fa indimenticabile e quasi irreale a ripensarci. A te, o lettore, il resoconto – di certo incompleto – di quello che è successo. Scena 1Appena arrivate (io, Cinzia, Simo, Marle con sua sorella Moira e un'amica, Ross con amiche), veniamo braccate da un tipo sfigatissimo che ci aggancia con un tremendo: "Avete una caramella?… un caucciù?…". Uno dei ragazzi della Crew del Tora si gira verso di noi e riassume l'individuo e la situazione con poche, lapidarie, precise parole: "Ma lui fa sempre così quando rimorchia le fighe??". Sei un grande, ai fatto colpo, speriamo tutte di rincontrarti. Fatti riconoscere al prossimo concerto!Scena 2Dalla scala dove ci troviamo sale Manuel. Noi siamo impegnate in animata discussione e solo alcune (tra cui Ci e Simo) si accorgono del passaggio dell'Agnelli. Fonti sicure dicono che il Nostro ci ha forse riconosciute e si è fermato un attimo a fissarci prima di proseguire. Sarà rimasto deluso di non essere stato salutato??? Avrà capito che eravamo seriamente occupate e quindi ha preferito non intromettersi nei nostri discorsi??? Ai posteri l'ardua sentenza (!) [e al lettore un consiglio: leggi questi dubbi con tono di simulata ingenuità!]Scena 3Torna il primo ragazzo della Crew incontrato. Chiede se abbiamo una caramella o un caucciù. La Ci, particolarmente ispirata, risponde che "no, solo spinelli". E lui: "Ma come si fa a coprire l'odore poi?". Scena 4Io, Cinzia e Ross discutiamo ancora sulle scale della disco. Scendono due tecnici del Tora e succede l'improbabile: all'ultimo gradino, il piede del secondo ragazzo frantuma un pezzo di gradino… attimo di incerto silenzio e poi il commento: "Ho un destro micidiale!!". Bella, 'sta cosa: stasera hanno tutti la battuta pronta e divertente. La risata è sincera e generale.Scena 5Noi tre ancora a parlare. Arrivano Gigi e Chaki e si fermano un attimo. Gigi ci allieta con un: "Guardate che panza!! [e mette in risalto la frase con gesto teso a sottolineare la zona incriminata]… è perché devo fare pipì…!". Meno male che ci sono questi giovani, ormai non riusciremmo più a fare a meno anche di loro! Scena 6Torniamo all'interno della discoteca: io e Cinzia troviamo Simo appollaiata su una piccola balaustra bianca. Cinzia esplode in un urlato: "E allora? Dov'è Manuel?!", seguito da un imbarazzato silenzio appena nota che il soggetto della domanda è giusto dietro la schiena di una Simona paralizzata dalla vicinanza con Joe dei La Crus, che le dà le spalle e al quale è praticamente appoggiata. Io non lo vedo subito, ma vedo lei impietrita e chiedo che c'è. Me lo indica con un gesto sotterraneo e sussurra: "E' caldissimo…" (riferito al calore della schiena di Joe). Dilemmi a catena: "Gli parlo? e cosa gli dico? non posso mica uscirmene con una banalità tipo 'bel concerto' o simili… non ce la faccio, non ce la faccio… Silvia… uccidimi!". E per superare la tensione si lancia in un buffissimo ballo, che purtroppo non ha parole per essere descritto!Scena 7Dopo lunghi minuti e mezze ore di frivola attesa (nostra), Manuel comincia a salutare prima Simona, poi Cinzia, poi me e le altre e (dopo aver chiacchierato a lungo con Joe e Godano) ci raggiunge. Tra i molti argomenti trattati: il Tora (3500 presenti, afferma un soddisfatto Manuel, visto anche il clima che non era un granché; e inoltre erano previste non più di 1500 persone anche in caso di bel tempo); le sue vacanze a New York (beccandosi anche i 2 giorni di totale black-out) e i concerti in Sardegna che gli daranno l'occasione di riposarsi un po' (Gigi non è d'accordo: mentre gli After si riposeranno per due giorni e suoneranno gli altri due, lui tecnico dovrà lavorare sempre!); l'aftershow di ieri, GRATIS (Manuel sottolinea la cosa con più e più alzate di sopracciglia e sorrisini ammiccanti, dopo che gli abbiamo detto che la musica non era proprio trascinante, tipo "siete entrate gratis, che altro pretendete?!"… l'Agnello stesso però ammetterà che il sound dei Dining Room non è tra i suoi prediletti ed è per questo che, su esplicita nostra richiesta, declina l'invito a dissacrare quei ritmi ballandoci sopra); gli altri del gruppo che non erano presenti (Luca e Ross già andati a casa, Gianna) e Salvo (sollecitato con insistenza a modificare il sito in modo che si possa vedere la sezione DiarioTour anche da MacIntosh; alla Cinzia che gli propone di comprarsi un pc decente, il Nostro vanta le meraviglie del suo nuovo Mac con 1 giga di memoria e altre robe al titanio decisamente spaziali… a suo dire…).Scena 8La Marle dice a Manuel che "il completino rosso anti-sfiga non è mica servito a evitare i problemi tecnici" sul palco. Manuel chiede perché. Perché il rosso dovrebbe allontanare la sfortuna, è ovvio! Manuel replica che forse non ha funzionato perché aveva le mutande gialle… (?!?!) o forse perché (alzando un piede e sollevando il pantalone) "ho i calzini viola!". E ci sconvolge con l'imbarazzante ed esilarante visione di un calzino lilla!!!!Scena 9Un tipo si avvicina a Manuel e gli dice qualcosa. Manuel risponde: "Si, certo, dammi solo 5 minuti e arrivo", e lo liquida. Poi si gira verso la Cinzia e chiede: "Ma che cazzo ha detto?". "Boh, se non lo sai tu!".Scena 10Manuel, vantandosi un po' (non ricordo di cosa), apostrofa la Ci con un "giovinotta", e viene subito rimesso al suo posto con un "senti un po', tesoro-mio-Manuel-Agnelli…".Scena 11Un altro tizio (con amico) si avvicina e comincia a dire: "Io non sono un fan degli After […] però stasera non avete suonato bene" (e altre cose su questo tono). Manuel, gentilissimo e senza scomporsi, ridendo e dandogli pacche sulle spalle, gli spiega che ha cantato male perché non sapeva che c'era anche lui tra il pubblico: lo avesse saputo, si sarebbe impegnato di più. Complice l'alcol e forse un QI difettoso, il tipo non si accorge del lievissimo sfottò… Dopo la dipartita dei due (e dopo che il non-fan ha invano cercato di offrire la sua birra a Manuel), l'Agnelli stancamente afferma: "Sapete quanti me ne toccano così ogni sera? Anche 10…", e continua dicendo che col tempo si impara a prenderla con diplomazia…Scena 12Gigi, chiaramente ubriaco ma carinissimo e assai dolce, fa danni in sequela: seduto sulla balaustra, rovescia prima il suo poi un secondo bicchiere rimasti incustoditi lì di lato, con tutto il loro contenuto superalcolico che si spande sulla balaustra e inzuppa la felpa della Ci, che si trova li vicino. Noi ci allontaniamo da questa mina vagante e lui si fa perdonare con una faccetta tenerissima da imbronciato, col labbro inferiore che sporge in stile "mi sta per scendere un lacrimone, per favore non abbandonatemi", e gli occhi (belli) blu sgranati… commozione e intenerimento di varie fanciulle… Scena 13Il locale è ormai semivuoto. Rimaniamo noi 6 (riepilogo: io, Ci, Simo, Marle, Moira e amica di Marle) con Manuel, Gigi, Chaki e alcuni altri (Godano e un altro Marlene Kunz con due fan che noi avevamo conosciuto durante il concerto, il fotografo romanaccio doc. della Mescal e altri). Non ricordo come salta fuori l'argomento, ma Manuel ci chiede del nostro rientro. Diciamo che dobbiamo aspettare altre 4 ore e 30 (sono le 3.30 del mattino e abbiamo la corriera per Reggio alle 8). Palesemente stupito, Manuel ci chiede dove pensiamo di trascorrere tutto quel tempo. "Dove capita, come al solito, ma in un posto dove non ci sia vento… magari l'androne di un negozio". Ci chiede se non ci conviene cercare una pensioncina, ma diciamo che non ne vale la pena per 4 ore. Il fotografo romano dice che siamo fortunate a dover aspettare così poco, visto che lui avrà il treno a mezzogiorno passato. Dimentica che lui ha molto più tempo per concedersi un letto in un albergo, e noi invece no… Manuel sembra davvero interessato alla nostra situazione. Intanto, forse per ingannare il tempo, propone una colazione con cappuccio e brioche in un bar ancora aperto. "Si, ma dove?", gli si fa notare. Il romano fa presente che non ci troviamo né a Milano né a Roma (da qui nascerà un'esilarante gag in cui Manuel dirà che lui non avrebbe mai potuto vivere a Roma, perché non avrebbe mai e poi mai potuto scrivere una canzone intitolata Roma raccordo anulare: Milano circonvallazione esterna suona molto meglio!). Nel mentre siamo usciti tutti e siamo in parte seduti sul marciapiede davanti all'Edelweiss e in parte in piedi, a parlare. Gigi brama un burrocacao e la Ci glielo fornisce: il delizioso tecnico si gira di spalle dicendo che è dal pomeriggio che aspetta questo momento, ma che non possiamo guardare, perché è una cosa "intima", e si dà il Labello mugolando di piacere…Si continua a chiacchierare e – notiamo con stupore – passano molte auto che, vedendoci, ci suonano il clacson. E Manuel: "Oh!, ma qui è pieno di vita: basta solo scoprire dov'è!". Scena 15Io, Cinzia, Moira e amica di Marle sedute sul bordo del marciapiede; Marlene, Simo e Manuel in piedi dietro di noi. Arriva un'auto, si ferma, un finestrino si abbassa; due donne non più ragazzine ci chiedono se il locale sta aprendo. Basite, rispondiamo che alle 4 del mattino, bhé, ha appena chiuso! Le due guardano malissimo Manuel e ripartono (scusate, stavo dimenticando una cosa importantissima: Manuel era vestito come durante il concerto, ma adesso era anche strizzato in un giubbottino di pelle che gli lasciava fuori tutti i polsini e buona parte delle falde della camicia e si era pigiato in testa il cappellino alla pescatora del Tora: uno spettacolo d'uomo: come può, conciato così, continuare a rimanere totalmente affascinante???? Qualcuno me lo spieghi… o magari no, va benissimo così).Manuel e Simona sgranano gli occhi, fissandosi perplessi, e scoppiano a ridere, poi lui zompa davanti a me e Ci ed esclama: "Oh! Questa va raccontata! Due escursioniste [l'abbigliamento era da trekking, n.d.S.]… quanti anni avranno avuto?…". Cinzia: "50 per gamba!". "Eh!, di 50 anni per gamba che si fermano alle 4 di mattina per chiedere se il locale è aperto… e poi hanno il coraggio di guardarmi come se fossi IO quello strano!". Esilarata dal racconto mimato e interpretato con passione e divertimento, ancora ridacchiando gli faccio notare che forse, visto il nome, avevano scambiato l'Edelweiss per una pensione piuttosto che per una discoteca!Scena 16Gli raccontiamo l'episodio dei due usciti insieme dal bagno chimico (oddio!, come abbiamo fatto ad arrivare a questo argomento?!). Manuel non si scompone: dice che sarebbe stato più strano se fossero stati due uomini anziché un uomo e una donna. A mio avviso, la cosa inusuale era che fossero in due, indipendentemente dal sesso, e poi – dai! – che schifo il bagno chimico! E' scomodo, piccolo e sporco… e come si fa a starci in due? come si mettono? Potevano proprio scegliere un posto migliore! Manuel replica che non starà a spiegarci le potenzialità di un bagno chimico, e mi toglie ogni possibilità di replica (??????????!!!!!!!!!!!!! ma come????????? ma sei un esperto anche di sesso nei bagni chimici?!?!?! Uffa, quest'uomo non dà una soddisfazione neanche a morire, su queste cose: devo proprio convincermi che abbia alle spalle le esperienze più incredibili…).Scena 17Manuel ci fa vedere la chiave della sua camera d'albergo (di cui – strano!!! – non si ricorda il nome… "shuuu… qualcosa…"), non tanto per la chiave in sé, che è normalissima, quanto per il portachiavi: un'ingombrante e folkloristica maschera africana intagliata nel legno… nessuna di noi ha il coraggio di chiedergli se gli ricorda il simbolo africanoide della Vox Pop!Scena 18Gigi, Chaki e il fotografo piano piano e silenziosamente cominciano, un po' per volta, a portarsi verso le loro stanze d'albergo. Continuano a passare auto che ci suonano il clacson e altre 2 si fermano per chiedere se il locale è aperto (eh, vabbé, allora ditelo che questo è un rito di massa di Castelnuovo!!). La seconda parcheggia e dopo un po' ne escono due ragazzi marocchini in stato di evidente ubriachezza molesta, che si uniscono ad altri due arrivati poco prima in scooter, anche loro ubriachissimi. Cominciano a rumoreggiare. Manuel ci chiede ancora come abbiamo deciso di organizzarci per il resto della notte, perché è meglio se cominciamo ad abbandonare il marciapiede, visto che l'ambiente si sta facendo poco sicuro e anche pericoloso. Parliamo un po' di un'eventuale ospitalità nella tenda da campeggio della Marle (Manuel chiede da quanti posti è la tenda; di che forma è, ovvero a casetta o canadese; se una canadese da 4 può portare anche 6 persone, benché raggomitolate… o magari una può dormire in piedi…!; se si può trovare una soluzione…). Decidiamo per una soluzione che eviti di dover dormire accartocciate tutte nella tenda: Marlene, troppo gentile, dice che possiamo distenderci nella sua auto, mentre lei e le altre dormiranno in tenda, poi al mattino ci riaccompagnerà alla fermata della corriera. Decidiamo di fare così.Intanto, i marocchini si sono fatti più chiassosi. Manuel dice che per noi è davvero ora di allontanarci, anche perché lui (unico uomo rimasto lì insieme a noi 6 e a un'altra ragazza) se ne va a dormire ("oh! nostro eroe, uomo che ci dai sicurezza e protezione contro i pericoli del mondo!" –> ironia colma d'affetto, sia chiaro!). Però non ci abbandona: "Io vi consiglio di andare via perché qui non è un bel posto… sono già in 4 [e dice qualcosa sul fatto che prima litigheranno tra loro poi se la prenderanno con noi]… io vado lentamente a prendere la macchina poi vengo a vedere che non vi abbiano sgozzate!". E così fa. Noi ci incamminiamo e, tempo un paio di minuti, Manuel ci affianca in auto, vede che va tutto bene, ci saluta e si avvia verso il suo albergo. L'amore e l'ammirazione verso quest'uomo raggiungono picchi immensi: non è possibile che sia così per davvero… è troppo, troppo bello per essere reale. Eppure è così. Rimaste sole, ci regaliamo qualche concessione tipicamente femminile: sospiri e ancora sospiri per il meraviglioso Manuel che ci ha tenuto compagnia e che si è, in un certo senso, preso cura di noi… Sulla strada per il campeggio dove stanno Marle e le altre ragazze, a un incrocio tiriamo dritto anziché girare a destra, e casualmente troviamo un bar aperto. Un'invasione pacifica a base di cappuccini, thè caldi e paste ci dà ristoro. Una volta rifocillate, usciamo dall'accogliente localino e vediamo che la proprietaria chiude le porte alle nostre spalle. Gentilissima, non ci ha detto che teneva aperto solo per noi e che stava magari chiudendo quando siamo arrivate… noi pensavamo tenesse aperto tutta la notte… ci siamo sentite un po' in colpa…Finalmente riposo? Un po' si. In macchina, raggomitolate ai nostri zaini, al caldo, e anche piuttosto comode, io Ci e Simo ripercorriamo tutti gli episodi della nottata, non vogliamo rischiare di dimenticare o tralasciare nulla, sono ricordi già troppo preziosi per lasciarseli sfuggire: vanno ripercorsi e conservati con cura.Arrivano le 7 di mattina e siamo riuscite anche a dormire per un'ora. In attesa che Marlene venga a recuperarci, due chiacchiere con gli occhi ancora appannati non impediscono a Simona di vedere uno scoiattolino con una coda nera e pelosa che sgattaiola nel sottobosco tra gli alberi davanti a noi. Decidiamo che sarà lui l'inconsapevole custode della nostra avventura di questa notte, una minuscola creatura indifesa e felice, un po' come ci sentiamo anche noi… addolcite e sognanti, immerse in un'alba serena e luminosa…Marlene ci raccoglie e ci riporta in paese dalla fermata del bus. Sorpresa e meraviglia: una decina di metri prima della fermata c'è una piazzola antistante un albergo ("di Cines") con alcune macchine parcheggiate. E una assomiglia pericolosamente a quella di Manuel. Ci avviciniamo. Pare proprio lei. Che fare? Bhé, magari provare a lasciargli un messaggio… perché no? Estraggo il biglietto d'entrata al Tora e la Simo mi fornisce la penna. "Alla fine, un bar aperto alle 4.30 per cappuccio e brioche lo abbiamo trovato. Grazie di tutto, cià, Silvia Cinzia Simona".

FOTO